E parlo ancora al plurale, certo, per me, l'altra me e poi io, e tutte le mie fragilità che a forza di alimentarle hanno sviluppato vita propria. Come adesso che batto sulla tastiera come una pazza nonostante abbia appena messo lo smalto, il che è un paradosso visto che di solito scrivo di come voglio essere bella. La solitudine attira la rabbia, rabbia che le menti sole non possono sfogare che con se stesse, rabbia che si accumula e scoppia. Scoppia verso l'interno. Ed ecco che torna tutto dentro di nuovo.
Alla fine ci accontenteremo di quel qualcuno che si avvicinerà il più possibile ad almeno qualcuna delle nostre idee, che a volte ci stia a sentire, e se abbiamo anche un po' di culo, qualcuno che ci ami così come siamo. Soli.
Quando passavo le notti insonni a cambiare le lenzuola perchè la caramamma aveva deciso
di bere un'intera boccia di Votka, mi piaceva dire che ero entrata in ritardo perchè non era
suonata la sveglia.
Arriva un giorno in cui la maschera che indossiamo diventa la nostra unica possibilità di esistere.
Cara Eva,
RispondiEliminaè vero, hai ragione.
La penso uguale su quello che pensi e mi dispiace per l'ultima parte che hai scritto..
Un abbraccio
Laretta